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“Sovranità energetica” e sviluppo nel PRG

da Daniele Bartolucci

“A detta di molti esperti, è quasi un miracolo che San Marino esista ancora. Ma proprio per questo è un laboratorio molto interessante per tutti noi. perché se di fronte alle sfide del presente e del futuro, riguardo la sostenibilità, l’energia, l’acqua e l’urbanistica, questa piccola Repubblica ce la farà, allora anche tutti gli altri Paesi più grandi e le loro città possono farcela. Sono temi cruciali e sono anche tempi cruciali”.

Con queste parole, Paola Deda, Direttore UNECE, ha sintetizzato la situazione che vive San Marino sotto molti aspetti: non ha quell’autonomia energetica che le permetterebbe di affrontare una delle crisi (energetica ma anche economica, di fatto) più dure degli ultimi anni; non ha investito in impianti per la produzione di energie in loco né in quelli di captazione dell’acqua, altro bene preziosissimo di cui non dispone; non ha impianti di smaltimento dei rifiuti che eviterebbero il costosissimo trasferimento transfrontaliero e, con le tecnologie più moderne, potrebbero a loro volta generare energia o calore, necessari come non mai al sostentamento della sua economia e della sua società; ha enormi problemi sulla viabilità e i trasporti, ma anche sulla qualità dell’aria; lo Stato non si è avviato pienamente nella dimensione virtuosa degli open data. Ma, come emerge dal “Country Profile” che il Governo ha commissionato proprio all’UNECE, ha molti fattori positivi: su tutti l’occupazione e la qualità dell’occupazione stessa, la sanità pubblica, l’housing, la sicurezza… Ed è da queste solide basi che può sviluppare le azioni utili a migliorare anche gli altri settori strategici dove è carente.

Di fatto, il report stilato dall’UNECE detta un’agenda di interventi allo stesso modo di quello elaborato dal FMI, che integra e completa appunto quel piano strategico che San Marino deve ideare e realizzare prima possibile.

Nell’immediato e nello specifico, queste indicazioni dovranno essere integrate nel nuovo Piano Regolatore Generale, insieme agli altri “aggiornamenti” che il Governo ha deciso di effettuare al progetto dell’architetto Boeri. Il quale, come noto, non ha voluto sottoscrivere queste modifiche (vedi articolo a fianco con le motivazioni espresse dal Segretario al Territorio, Stefano Canti). In questo, lo stesso Canti, però, non è solo: le indicazioni fornite dall’UNECE, che spinge sì per la sostenibilità, ma anche per lo sviluppo economico, visto che tratta la questione energetica come una priorità, sono di fatto un invito a proseguire sulla strada intrapresa, che poi è la stessa che la maggioranza di Governo ha messo nero su bianco nell’Ordine del Giorno votato qualche mese fa riguardante non solo i cosiddetti “diritti acquisiti”, ma anche un equilibrio più marcato tra la tutela dell’ambiente e la tutela, altrettanto fondamentale, dell’economia sammarinese. Quell’economia che chiede viabilità, infrastrutture, impianti, ampliamenti… Tutte domande che dovranno trovare risposta nella nuova programmazione.

L’EVENTO E IL SUCCESSO INTERNAZIONALE

L’83esima sessione della Commissione UNECE per lo Sviluppo Urbano, l’Edilizia Abitativa e la Gestione del Territorio delle Nazioni Unite, svoltasi a San Marino è stata, sottolineano in una nota dalla Segreteria al Territorio, “una settimana piena di successi, aperta con la firma della Dichiarazione di San Marino per la progettazione sostenibile promossa dall’ONU che ha visto come primo firmatario Lord Norman Foster – oltre che dei molti presidenti degli ordini professionali di San Marino ed Italia – e conclusa con la pubblicazione del Country Profile”. “Un bilancio estremamente positivo”, ha commentato il Segretario Canti, “che rende orgoglioso me e la mia Segreteria di essere stati i primi ad ospitare un evento delle Nazioni Unite in territorio  Abbiamo lavorato su più fronti, dalla Dichiarazione di San Marino, che rimarrà nella storia come primo documento sui principi dell’architettura sostenibile, alla realizzazione del bosco UNECE e non da ultimo la pubblicazione del “Country Profile”, ovvero un profilo di San Marino redatto dall’ONU dove vengono messi in evidenza i punti di forza del nostro territorio e le raccomandazioni per migliorare le criticità. Su questi ultimi aspetti dovremo lavorare per poter rendere il nostro Paese più sostenibile e resiliente per fronteggiare al meglio la lotta al cambiamento climatico”.   

“Siamo felici di poter essere stati ancora una volta sede di condivisione di buone pratiche ambientali”, ha dichiarato Paola Deda, direttrice UNECE. “Quella di San Marino non è una sfida facile ma io credo che le raccomandazioni incluse nel profilo finale del Paese siano fattibili”.

L’OBIETTIVO SARÀ LA “SOVRANITÀ ENERGETICA”

Anche il nuovo Piano Regolatore Generale della Repubblica di San Marino è stato presentato in occasione dell’83esima sessione della Commissione UNECE, una cornice d’eccezione per un documento che delineerà le linee di progettazione territoriale della Repubblica di San Marino di qui al 2030, seguendo i principi cardine dell’Agenda ONU per lo Sviluppo Sostenibile.

“Un documento”, spiegano dalla Segreteria al Territorio, “che terrà conto della “Dichiarazione di San Marino” siglata proprio in apertura dei lavori UNECE, un progetto che mette al centro le persone, il rispetto dell’identità culturale, dei valori e del patrimonio di luoghi, edifici e comunità. Efficienza delle risorse e circolarità, accessibilità, sicurezza e salute, rispetto della natura e dei sistemi e processi naturali e neutralità climatica”. Ed è qui che entrano in gioco anche asset strategici come gli energetici, verso quella che il Segretario alle Finanze, Marco Gatti, ha definito “sovranità energetica”, ovvero una maggiore autonomia dall’approvvigionamento esterno, che oggi rappresenta quasi la totalità della fornitura per il fabbisogno interno.

Infatti, “il nuovo PRG terrà conto delle mutate condizioni economiche e sociali del paese e della situazione internazionale segnata dal Covid19 e dal conflitto in Ucraina. Definirà gli assetti territoriali e l’organizzazione strutturale dei prossimi anni applicando una politica razionale e programmata; terrà conto del quadro macro-economico legato alle politiche del territorio, della crisi del sistema ambientale e delle dinamiche di mercato; gli obiettivi della pianificazione urbanistica e territoriale punteranno alla messa in sicurezza del territorio migliorando la qualità della vita dei cittadini, saranno votati alla riqualificazione urbana ed energetica, a costruire infrastrutture di sistema efficienti, a garantire il rifornimento idrico e l’autonomia energetica, al potenziamento economico ed occupazionale delle attività produttive e di servizio, a dare un valore sociale all’abitazione, ad avviare un’economia circolare per lo sviluppo del territorio, incentivare un territorio biologico, a favorire il godimento del tempo libero, la pratica dell’attività sportiva e lo sviluppo della cultura, alla protezione del paesaggio, dell’ambiente e dei centri storici con il loro patrimonio artistico e architettonico, con particolare riferimento al sito UNESCO”.

E ancora: “Il progetto raccoglierà la sfida lanciata a tutte le Nazioni a livello mondiale per la progettazione sostenibile e l’autonomia energetica e a tal fine individuerà interventi infrastrutturali che possano rendere San Marino il più possibile autonomo dal punto di vista degli approvvigionamenti energetici.  Il Piano Strategico per lo Sviluppo Sostenibile individuerà inoltre progetti volti all’autonomia idrica attraverso la realizzazione di invasi per l’accumulo dell’acqua e strategie volte a potenziare la produzione di energia da fonti rinnovabili. Saranno tenute in considerazione le tradizioni e le specificità territoriali e verrà favorito il rimboschimento del territorio e l’impermeabilizzazione del suolo conseguita con la costruzione dell’edificio”.

IL PDCS FA QUADRATO SUI “DIRITTI ACQUISITI”

“Il PRG”, come spiegato dal Segretario di Stato Stefano Canti durante la sua presentazione, “non toglierà ad alcun cittadino sammarinese un diritto di cui è possessore e a nessun cittadino il diritto edificatorio già acquisito dal piano regolatore in vigore”. Su questo punto e sulla volontà di seguire una nuova strada rispetto a quella delineata dall’architetto Boeri, fa quadrato anche il partito di Canti, quel PDCS che è maggioranza relativa all’interno della stessa maggioranza di governo. Oltre ai complimenti per il successo dell’evento, da via delle Scalette rimarcano anche che “la “Dichiarazione di San Marino” rimarrà nella storia per la sua valenza nell’ambito dello sviluppo urbanistico delle città. Urbanisti, architetti, ingegneri e tutti coloro che si dovranno occupare di pianificazione e progettazione delle città si atterranno ai principi della Dichiarazione di San Marino. Un successo a livello internazionale e che segna uno spartiacque tra il passato ed il futuro ad iniziare da oggi, dalla nostra piccola e più antica Repubblica. Dobbiamo esserne tutti orgogliosi e da qui ripartire con un rinnovato spirito di collaborazione e desiderio di fare bene il nostro lavoro fino ad arrivare ad essere un esempio per gli altri Paesi”. Su questo “la redazione del Country City Profile di San Marino offre raccomandazioni per migliorare la posizione del nostro Paese nei confronti degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030”. Ma è sul tema dell’edificazione che il PDCS punta l’attenzione: “I contenuti dell’Ordine del Giorno votato lo scorso marzo in Consiglio Grande e Generale, che include tra le modifiche al PRG redatto da Boeri il principio del mantenimento dei diritti acquisiti, devono necessariamente essere recepiti nel nuovo progetto di legge denominato “Piano Regolatore Generale” così come i recenti principi della Dichiarazione di San Marino e le raccomandazioni del Country City Profile per lo sviluppo sostenibile. Pertanto esprimiamo il pieno sostegno al Segretario di Stato per il Territorio e l’Ambiente, per dare attuazione ai contenuti del suddetto ordine del giorno”.

CANTI: “TRADITO DA BOERI”

Il PRG che verrà e la mancata firma dell’architetto Stefano Boeri sono stati protagonisti anche nella seduta di questi giorni della IV Commissione, dove i membri dell’opposizione hanno chiesto più volte spiegazioni al Segretario di Stato per i Territorio, Stefano Canti. “Si è appena concluso l’83esima conferenza sullo Sviluppo urbano e delle città, per la prima volta questo evento è uscito dalla Svizzera e siamo riusciti a portarlo a San Marino”, ricordato Canti. “Sono stati tre i momenti più importanti della conferenza: la Dichiarazione di San Marino con primo firmatario l’architetto Foster, il primo architetto che promuove sviluppo sostenibile e fa promozione della città green. E secondo, San Marino ha realizzato all’interno del territorio un bosco ‘Onu’ e deve diventare una opportunità. Terzo punto, la presentazione PRG. Perchè Boeri non firma il PRG? Mi sento di fare una domanda ai consiglieri di Libera e Repubblica futura che nella precedente legislatura hanno presentato un progetto firmato da Boeri, nel settembre 2019. Vorrei chiedere: ma voi la conoscete la proposta di Boeri? Forse era una proposta un po’ troppo azzardata. A inizio legislatura abbiamo vagliato il progetto, poi è arrivato il covid e da lì si è iniziato a lavorare sul Piano operativo di interventi infrastrutturali per rilanciare il comparto turistico del centro storico in difficoltà, dopo la pandemia. Altra cosa è l’agenda 2030 sulla sostenibilità ONU. Abbiamo chiesto così a Boeri di integrare la sua proposta. Nel marzo di quest’anno è stato approvato un Odg a maggioranza in cui sono scritte tutte le motivazioni per questa integrazione, legata ai due documenti citati che dovevano essere contenuti nel nuovo PRG, incluso la verifica sui diritti acquisiti che ogni cittadino vanta con l’attuale PRG. Infatti il diritto edificatorio è stato tolto a centinaia di persone e noi abbiamo chiesto all’architetto Boeri di rivederlo: aveva dato disponibilità a farlo, concordando su questo punto. Lui è stato disponibile a un confronto con il Governo solo due mesi dopo, ci siamo poi scambiate delle mail, fino ad arrivare all’elemento di rottura che ha portato alla mancata firma. Mi sono sentito tradito perché il suo rifiuto è arrivato alla vigilia di Unece, anche se avevamo concordato che lui venisse a presentare il Prg proprio in quell’occasione, ma per ‘ideologia personale’ ha ritenuto di non volerlo sottoscrivere”.

Incalzato dalle domande, Canti ha spiegato dove e come è avvenuta la rottura finale. “Il nuovo Prg prevede oltre allo zoning sul diritto edificatorio, anche la mappa per evidenziare aree edificatorie stabili e instabili. Il diritto edificatorio è acquisito e lì sono stati tolti dei diritti edificatorio pur essendoci delle convenzioni. I privati hanno già pagato anche 100 mila euro e gli è stato tolto questo diritto. Volontà è quella di ripristinare la Mappa delle aree geologicamente instabili: vengono evidenziati terreni con criticità, non sono un calanco o terreno in frana. Ovvio che neanche l’attuale Prg sui calanchi prevedeva di poter intervenire. Boeri ha distinto su queste aree già edificate e da edificare. e quelle edificate le tratta dicendo: prima di demolirle o ampliarle o modificarle, bisogna fare la rigenerazione e il riassetto del terreno, poi è possibile modificarle. Le aree geologicamente instabili, dove non è stato ancora edificato, le toglie proprio, o prevede il trasferimento altrove, ma non si sa bene dove, anche nei terreni pubblici. E’ un sistema che non riusciremo mai a gestire, perché trasferire un diritto edificatorio su proprietà dell’Ecc.ma Camera vuole dire venire ogni volta in Consiglio e avere 2/3 dei voti, è ingestibile. Si voleva trattare le aree geologicamente instabili tutte come quelle edificate. Il resto non è stato cambiato nulla. Ma lui ha declinato l’invito a firmare il Prg, poi ognuno si può fare la sua idea. Resta il fatto”, ha concluso Canti, “che chi ha un diritto edificatorio va tutelato. E sono centinaia”.

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